Il fenomeno della compravendita di recensioni false su Amazon.
Dalle indagini di Altroconsumo è emerso un radicato e diffuso fenomeno di compravendita di recensioni a 5 stelle di prodotti venduti da rivenditori su Amazon, che opera su siti web, canali Telegram e gruppi Facebook manovrati da spesso ignoti agenti, i quali, per assicurare la più ampia e più rapida visibilità sulla piattaforma ai retailer, assoldano falsi recensori offrendo loro rimborsi e voucher.
Esiste da anni ed è noto agli addetti quantomeno dal 2019 – osservano gli Avv.ti Maurizio Gualdieri, founder, e Nicolas Girado, associate – un ingegnoso sistema di scambio illecito di recensioni/rimborsi che, facendo leva sul vantaggio che migliaia di utenti-recensori traggono dalla gratuità dell’acquisto, elude i controlli di Amazon sulla genuinità e autenticità delle valutazioni degli utenti.
Ebbene, il giudizio positivo così espresso dal recensore, in quanto inscindibilmente collegato al rimborso con cui l’agente lo alletta, ne risulta viziato: « il recensore, cioè, si presta al surrettizio fine di incrementare in modo subdolo il livello reputazionale dei diversi retailer committenti, contaminando irrimediabilmente il marketplace di amazon, che si basa proprio sulla veridicità delle recensioni » (Avv. Girado).
Il meccanismo, noto agli esperti come boosting, precisano gli avvocati, realizza l’incontro tra la domanda di retailer committenti famelici di recensioni positive, e l’offerta degli utenti-recensori, attratti da prodotti gratuiti, ed è mediata da astuti intermediari, i broker per l’appunto.
« Ci troviamo di fronte – dichiara l’Avv. Gualdieri – a un fenomeno particolarmente insidioso, in cui il consumatore non è più lo sventurato e ignaro destinatario di una pratica che ne vuole coartare le scelte di consumo, ma è un esperto conoscitore delle dinamiche distorsive dell’e-commerce, di cui tanta di profittare, al pari dei professionisti, a danno dell’utenza più responsabile ».
Il boosting massivo contamina infatti la spontaneità delle recensioni, che costituiscono invece un elemento portante dell’esperienza d’uso degli utenti di Amazon, che sono noti orientare le scelte d’acquisto proprio in base all’affidamento ingenerato dalle recensioni degli altri utenti.
Il sistema di scambio ideato, invece, aggirando gli strumenti di controllo di Amazon, manipola i livelli reputazionali dei rivenditori e trae in inganno l’utente sull’affidabilità dei servizi offerti, ingenerando un falso affidamento sulle caratteristiche e qualità dei prodotti e, in tal modo, inducendo a scelte di acquisto che altrimenti non sarebbero state prese.
L’azione legale: la segnalazione all’Antitrust e la tutela penale.
La strategia di tutela elaborata per Altroconsumo dallo studio LTF Consulting si avvale del c.d. doppio binario di strumenti di protezione consentiti dall’ordinamento contro le pratiche commerciali scorrette: il public e il private enforcement.
È stata predisposta, dichiara l’Avv. Gualdieri, una segnalazione all’Autorità Garante per la concorrenza e il mercato, per l’apertura di un procedimento finalizzato all’accertamento dell’illiceità della pratica commerciale, perché ingannevole e scorretta, e alla neutralizzazione del fenomeno nella sua idoneità a distorcere il mercato di riferimento, anche con l’adozione di misure cautelari quali la disabilitazione dell’accesso ai siti, canali e gruppi coinvolti.
Parallelamente, evidenzia l’Avv. Girado, sono state depositate nell’interesse dei consumatori e per il tramite dell’Associazione legittimata alla loro tutela, atti di denuncia-querela nei confronti dei soggetti ritenuti responsabili presso le Procure delle Repubblica di Bologna, Ivrea, Milano e Roma.
I reati prospettati agli organi inquirenti sono, a monte, di turbata libertà del commercio – « il sistema è una fucina in piena efficienza di informazioni commerciali false e finalizzate a manipolare l’andamento del marketplace » -, a cui si collega, a valle, il delitto di truffa aggravata, perché il raggiro coarta la volontà dell’acquirente.